Senza spiegare, soprattutto senza giudicare, Rohmer allenta le briglie alla parola, al dialogo. E su questa facilità mai letteraria si organizzano le immagini, i primi piani che costringono i suoi giovani protagonisti, gli sfondi solari, nitidissimi, di una geografia dei luoghi che si fa architettura dell'animo umano, indagine delle motivazioni, intimità - lontana da qualsiasi risultato intellettualistico - con dei personaggi, con un'epoca tutta avvicinata con disinvolta intelligenza e con straordinario affetto.

Con quella poesia che si costruisce dal quotidiano lezioso e banale, cosi simile a quello che ci circonda: per affermarsi con tutta la forza di una lunga tradizione, che dalla grazia del marivaudage conduce al fulgore della dissertazione filosofica.